Due vittorie, due belle e sonanti vittorie a dire il vero, non possono nè devono fungere da fumo negli occhi. Non è, pertanto, tollerabile passare da sentimenti di delusione e frustrazione a quelli di esaltazione e gaudio per aver assistito, in 5 giorni, a due partite in cui si è vinto nettamente e, finalmente, forse convincentemente.
Non si possono, nè si devono, dimenticare le 7 partite precedenti nelle quali 3 delle 4 vittorie sono giunte a stento e non senza patemi e si è perso in entrambe le occasioni con le due squadre considerate dirette concorrenti. Per non parlare del pareggio con l’Acireale relegato nei bassi fondi della classifica.
Ad Enna ed in casa contro il Paternò si è vista la Reggina più bella e prolifica della stagione. 7 goal realizzati a fronte di due clean sheet (3 se si considera il recupero del secondo tempo contro l’Acireale ed 8 goal realizzati), sono certamente un buon viatico ed una pillola di ottimismo per tutto l’ambiente. Come fermamente asserito in più occasioni, la Reggina deve vincere il campionato che sta disputando: il 4 maggio il girone I della serie D non dovrà avere altra vincitrice se non la Reggina. Su questo, ci pare, siamo tutti d’accordo: Società, tifosi e addetti ai lavori vari. Così come siamo tutti d’accordo che un secondo posto ad un solo punto dalla prima equivalga ad una stagione totalmente fallimentare.
Le due convincenti vittorie, toccasana per il morale di un’intera tifoseria, hanno risvegliato una sorta di “orgoglio amaranto”: dal silenzio più assoluto in giro per la città, si è tornati a parlare di Reggina con gli occhi pieni di ottimismo e di speranza per il futuro.
Lo spartiacque, quel momento/periodo cioè che potrebbe contribuire in maniera determinante a fornire benzina F-101 nel motore della Reggina, deve essere la riapertura del cosidetto mercato invernale (o di riparazione che dir si voglia) tra poco più di un mese. Sarà quella la prove del “9” per una Società che si dice ambiziosa e che sarà chiamata al fatidico passaggio “da cicì a ciolla” se vuole dimostrarlo con i fatti per non continuare a soggiornare nel limbo dell’assai mediocre dilettantismo.
Affinché si peschi quanto di meglio disponibile sul mercato, è ovviamente necessario sfoltire la rosa attuale: 29 giocatori (contando il perenne infortunato Rosseti, il terzo portiere Katsaros ed il rimpatriato Rajkovic) sono oggettivamente troppi quale frutto di taluni biennali ad minchiam fatti sottoscrivere la passata stagione e di acquisti ad muzzum la scorsa estate.
Pergolizzi, che finalmente pare si sia schiarito le idee abbandonando confusione e disordine, ha palesemente dimostrato che di Ingegneri, Malara, Perri e Laaribi (ma non scarterei qualche altro, magari dal cognome più “pesante”) ne può fare a meno (non solo nel 4-3-3 attuale ma anche nel 3-5-2 precedente): non sappiamo quanto a torto o ragione ma così ha palesato in queste prime 9 giornate di campionato. Ottimale sarebbe liberarsi di questi contratti (compresi Rossetti e Rajkovic per i quali pensiamo più alla rescissione che alla cessione) per unire “energie” alle risorse disponibili affinché la rosa alzi il proprio livello di qualità e fornisca quella spinta necessaria per una seconda parte di stagione al fulmicotone. E’ ovvio, e non potrebbe essere altrimenti, che la Reggina ha l’obbligo di arrivare incollata alle altre 3 maggiori pretendenti (Scafatese, Vibonese e Siracusa) al termine del prossimo ciclo di 4 incontri in cui affronterà in trasferta Akragas e Vibonese ed al “Granillo” Sambiase e Pompei in delle gare che, oggi, esclusa la trasferta di Agrigento di domenica prossima, appaiono severi banchi di prova.
Il potenziale economico delle Società di Romano e Ricci lo si conosce, così come si ha certezza dell’intervento in sede di mercato di entrambe; quello della Reggina non lo conosciamo, nè probabilmente c’interessa conoscerlo (certi del dogma secondo cui il campionato lo si deve vincere e basta), ma sappiamo per certo che questa squadra deve essere rinforzata non soltanto in virtù del potenziale tecnico in essere ma, a maggior ragione, qualora si dovesse trovare collocazione ai 5/6 giocatori summenzionati. Per vincere servono investimenti: nessuno ha mai vinto senza un potenziale economico di tutto rispetto ma, ovviamente, serve spendere bene (meglio di quanto sin’ora fatto, specie la scorsa stagione) affinché non si dia seguito ad un’altra verità secondo cui spendere tanto non significhi vincere.
Ad maiora Reggina!